Nella mia vita ho sempre amato fare tante cose diverse: coltivare i miei fiori, tuffarmi nei tecnicismi del web, fare radio, scrivere, fare volontariato, fotografare, provare a fare la maglia, parapendio, insegnare. Alcune di queste continuo a farle, mentre con altre ho smesso. Ieri mi sono soffermata sull’importanza di arricchire la vita con esperienze diverse e variegate tra loro, non per forza legate alla parola “dovere” e “a fine di lucro”.
Proprio leggendo Montale, mi sono imbattuta nel suo discorso tenuto in occasione della consegna del Premio Nobel per la Letteratura nel 1975. Ecco cosa dice Eugenio Montale:
“Ho scritto poesie e per queste sono stato premiato, ma sono stato anche bibliotecario, traduttore, critico letterario e musicale e persino disoccupato per riconosciuta insufficienza di fedeltร a un regime che non poteva amare.
Pochi giorni fa รจ venuta a trovarmi una giornalista straniera e mi ha chiesto: come ha distribuito tante attivitร cosรฌ diverse? Tante ore alla poesia, tante alle traduzioni, tante allโattivitร impiegatizia e tante alla vita?
Ho cercato di spiegarle che non si puรฒ pianificare una vita come si fa con un progetto industriale.
Nel mondo cโรจ un largo spazio per lโinutile, e anzi uno dei pericoli del nostro tempo รจ quella mercificazione dellโinutile alla quale sono sensibili particolarmente i giovanissimi.
In ogni modo io sono qui perchรฉ ho scritto poesie, un prodotto assolutamente inutile.”