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Piaceri (Bertolt Brecht)
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“Il primo sguardo dalla finestra al mattino / il vecchio libro ritrovato / volti entusiasti / neve, il mutare delle stagioni / il giornale / il cane / la dialettica / fare la doccia, nuotare / musica antica / scarpe comode / capire / musica moderna / scrivere, piantare / viaggiare / cantare / essere gentili”. Questa poesia di Brecht la trovo meravigliosa. Di solito in letteratura quando si parla della parola “Piacere” si pensa a D’Annunzio. In realtà oggi ho preso in mano il volume con le sue “Poesie” (Einaudi Tascabili) perché cercavo il testo “Amare il mondo”, che poi ho scoperto non è stato scritto da Brecth, ma da Primo Mazzolari. E’ stato comunque “un piacere” ritrovare questo testo che non ricordavo più.
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Scrivere il curriculum – Wislawa Szymborska
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Il riassunto di una vita ridotta all’essenziale: il curriculum vitae è un pò questo… Da qualche giorno sto leggendo le poesie del premio nobel per la Letteratura 1996 Wislawa Szymborska. Tra le pagine della sua poesia mi è piaciuta tantissimo quella intitolata “Scrivere il curriculum”, un testo ironico, essenziale e realistico. Sono poche le poetesse che riescono davvero ad entusiasmarmi e lei è una di queste. Ma ecco il testo: Scrivere il curriculum “Cos’è necessario? E’ necessario scrivere una domanda, e alla domanda allegare il curriculum. A prescindere da quanto si è vissuto il curriculum dovrebbe essere breve. E’ d’obbligo concisione e selezione dei fatti. Cambiare paesaggi in indirizzi e ricordi incerti in date fisse. Di tutti gli amori basta quello coniugale, e dei bambini solo quelli nati. Conta di più chi ti conosce di chi conosci tu. I viaggi solo se all’estero. L’appartenenza a un che, ma senza perché. Onorificenze senza motivazione. Scrivi come se non parlassi mai con te stesso e ti evitassi. Sorvola su cani, gatti e uccelli, cianfrusaglie del passato, amici e sogni. Meglio il prezzo che il valore e il titolo che il contenuto. Meglio il numero di scarpa, che non dove va colui per […]
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Riflessione banale sul tema della libertà – Dmitri Aleksandrovic Prigov
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Le poesie sono più belle quando non sono tradotte. Come diceva Franco Fortini “tradurre è tradire”
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Una nuova coscienza (G.Gaber)
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“Io come uomo io vedo il mondo come un deserto di antiche rovine. Io vedo un uomo che tocca il fondo ma forse al peggio non c’è mai una fine.”
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Marc Chagall in mostra a Milano
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Finalmente 🙂 ho trovato un attimo per dedicare un post a questa bellissima mostra esposta a Palazzo Reale fino al 1 febbraio 2015, organizzata dal Comune di Milano e dal Gruppo24ore. La biografia di Chagall aiuta tantissimo nella comprensione delle sue opere, che all’inizio possono sembrare ingenuamente allegre, dai toni elementari, onirici e fiabeschi. Provo a sintetizzare le emozioni e i pensieri che la mostra mi ha lasciato, per poi dare spazio a qualche scatto. Il primo pensiero post-mostra è stato #lastorialasciaisegni: Chagall ha origini ebraiche, è nato nell’Impero russo (nell’attuale Bielorussia) e in seguito si è trasferito in Francia. Negli anni della giovinezza è costretto, quindi, a subire le politiche discriminatorie dello zar nei confronti degli ebrei russi. Ha vissuto poi la prima guerra mondiale e la seconda guerra mondiale. Tutti questi eventi generano in lui il perenne desiderio di luce, così le sue opere diventano una sorta di elogio della speranza e del colore, nonostante la negatività e il dramma storico di quegli anni. Un altro pensiero,sul quale mi sono soffermata, è stato il concetto dell’#essenzadell’amore: la donna rappresentata nella celebre opera “La Passeggiata” (che è anche il manifesto della mostra) è Bella, la moglie di Chagall morta nel 1944. Entrambi avevano superato insieme tanti momenti difficili, come la prima guerra mondiale e l’esilio in Francia. […]
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Se questo è un uomo – Primo Levi
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[fblike] Voi che vivete sicuri nelle vostre tiepide case, voi che trovate tornando a sera il cibo caldo e visi amici: Considerate se questo è un uomo che lavora nel fango che non conosce pace che lotta per mezzo pane che muore per un si o per un no. Considerate se questa è una donna, senza capelli e senza nome senza più forza di ricordare vuoti gli occhi e freddo il grembo come una rana d’inverno. Meditate che questo è stato: vi comando queste parole. Scolpitele nel vostro cuore stando in casa andando per via, coricandovi, alzandovi. Ripetetele ai vostri figli. O vi si sfaccia la casa, la malattia vi impedisca, i vostri nati torcano il viso da voi. [adsense id=”3637220125174754″ slot=”4668915978″ width=”480″ height=”60″]
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La musica di Colapesce
In questi giorni sto ascoltando la musica di Lorenzo Urciullo, in arte Colapesce. Condivido la mia playlist di brani di questo artista siciliano, che proprio come nella leggenda di Colapesce riporta a galla qualcosa di importante, nel suo caso la ricercatezza musicale.
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Figli dell’epoca – Wislawa Szymborska
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In Italia la politica ci sta portando al disastro. Ormai quando guardo i telegiornali non so più che aspettarmi. Sembra di vivere in una interminabile pericolosa tragicommedia.
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Il valore dell’inutile per Montale
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Nella mia vita ho sempre amato fare tante cose diverse: coltivare i miei fiori, tuffarmi nei tecnicismi del web, fare radio, scrivere, fare volontariato, fotografare, provare a fare la maglia, parapendio, insegnare. Alcune di queste continuo a farle, mentre con altre ho smesso. Ieri mi sono soffermata sull’importanza di arricchire la vita con esperienze diverse e variegate tra loro, non per forza legate alla parola “dovere” e “a fine di lucro”. Proprio leggendo Montale, mi sono imbattuta nel suo discorso tenuto in occasione della consegna del Premio Nobel per la Letteratura nel 1975. Ecco cosa dice Eugenio Montale:
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Ubriacatevi! (C. Baudelaire)
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Bisogna sempre essere ubriachi. Bottiglie di vino artisticheTutto qui: è l’unico problema. Per non sentire l’orribile fardello del Tempo che vi spezza la schiena e vi tiene a terra, dovete ubriacarvi senza tregua. Ma di che cosa? Di vino, poesia o di virtù: come vi pare. Ma ubriacatevi.E se talvolta, sui gradini di un palazzo, sull’erba verde di un fosso, nella tetra solitudine della vostra stanza, vi risvegliate perché l’ebbrezza è diminuita o scomparsa, chiedete al vento, alle stelle, agli uccelli, all’orologi
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La Giornata Mondiale della Poesia
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Il 21 marzo, prima giornata di primavera, è anche la giornata mondiale della poesia. Il binomio primavera-poesia è proprio bello, considerando che la parola “antologia” etimologicamente vuol dire “raccolta di fiori” ancora di più. Pablo Neruda ha scritto:”La poesia è sempre un atto di pace. Il poeta nasce dalla pace come il pane nasce dalla farina”(da Confesso che ho vissuto).
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Con le parole di Pablo Neruda…Buon Capodanno a tutti!
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La poesia – auguri per tutti che ho scelto è “Il primo giorno dell’anno”. 🙂 auguri di cuore a tutti/e voi!
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Amare il mondo
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“Ci impegniamo, noi e non gli altri, unicamente noi e non gli altri, né chi sta in alto, né che sta in basso, né chi crede, né chi non crede. Ci impegniamo: senza pretendere che gli altri si impegnino per noi, senza giudicare chi non si impegna, senza accusare chi non si impegna, senza condannare chi non si impegna, senza cercare perché non si impegna. Se qualche cosa sentiamo di “potere” e lo vogliamo fermamente è su di noi, soltanto su di noi. Il mondo si muove se noi ci muoviamo, si muta se noi ci facciamo nuovi, ma imbarbarisce se scateniamo la belva che c’è in ognuno di noi. Ci impegniamo: per trovare un senso alla vita, a questa vita una ragione che non sia una delle tante ragioni che bene conosciamo e che non ci prendono il cuore. Ci impegniamo non per riordinare il mondo, non per rifarlo, ma per amarlo.” Ho scoperto che è un testo scritto da Primo Mazzolari ed erroneamente attribuito a Brecth. Penso che dovrebbe essere il manifesto di ciascuno di noi: dai politici agli insegnanti, dai manager agli operai.
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Per quanto puoi (Konstantinos Kavafis, 1913)
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Κωνσταντίνος Καβάφης è considerato uno dei più importanti poeti greci del novecento, di solito è conosciuto per le sue poesie d’amore. Di seguito invece un testo che ho trovato nella raccolta “Poesie d’amore e della memoria” con testo greco a fronte e traduzione a cura di Paola Maria Minucci (Newton Compton Editori). “E se non puoi la vita che vorresti, almeno questo tenta per quanto puoi: non la umiliare con troppi contatti con la gente, con troppi gesti e discorsi. Non la umiliare portandola troppo in giro, esponendola alla stupidità quotidiana dei rapporti e degli incontri, finché divenga come un’estranea, fastidiosa.”
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Prima del Viaggio – Eugenio Montale (“Satura” 1962-1970)
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[fblike]Eugenio MontaleQuesta poesia di Montale è meravigliosa. Ho sentito dire qualche tempo fa da uno scrittore contemporaneo abbastanza noto, che il senso del viaggio è innanzitutto la meta. La meta è importante sì, ma a me piace di più relazionare il bello di un viaggio, reale o metaforico che sia, non tanto alla Meta
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Che cos’è la poesia?
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[youtube -Oof-3BRK00 300 200]Su Rai Cultura trovo sempre delle trasmissioni molto interessanti. Dato che oggi è la giornata internazionale della poesia ecco che voglio pubblicare questo video. Mario Soldati pone la fatidica domanda. Provano a rispondere: Giuseppe Ungaretti, Giorgio Caproni, Sandro Penna, Andrea Zanzotto.
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La più bella poesia dedicata alle donne
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Oggi voglio postare una poesia che Eugenio Montale scrisse per sua moglie, Drusilla Tanzi, scomparsa nel 1963: ” Ho sceso dandoti il braccio almeno milioni di scale”. Penso sia una delle dediche più belle che una donna possa ricevere. Anche se sono passati tanti anni dal giorno in cui fu scritta, penso che sia una di quelle poesie davvero senza tempo.
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La Prima Regola
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Non calpestare i fiori. Proteggi i tuoi sogni e semina il Domani. Il Passato è Ieri e l’Importante è Adesso. Non usare l’arroganza per affermarti. Non usare il sorriso per ferire.
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Il forte temporale a Roma, la morte di Gheddafi e Traducendo Brecht
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Oggi a Roma ho visto in televisione che c’è stato un forte temporale, anzi un nubifragio. Addirittura dei colleghi della sede di Roma non sono arrivati nemmeno in ufficio. Dicono che a Roma nell’arco di 3 ore sono cadute in media 120 mm di pioggia. Una città messa nel caos. Un altro temporale ha scosso la Libia oggi. E’ un temporale che resterà nella storia della lotta per la democrazia in Libia. Muammar Gheddafi è morto. E con lui finisce un regime durato oltre 40 anni. In questi mesi di guerra in Libia ho pensato tante volte ai civili. Chissà quanto dolore per quelle persone che hanno vissuto quest’ultimo anno in Libia: alcuni sono riusciti a scappare, altri sono rimasti, altri sono morti. Di molti di loro non sapremo mai il nome. Volti di uomini, donne, bambini, anziani che non conosceremo e che non hanno ricevuto nemmeno una degna sepoltura. Pensando a queste persone, in questi mesi ho avuto un forte desiderio che Gheddafi (e relativo entourage) morisse. Non è nobile desiderare la morte di un’altra persona, anzi è una cosa che oscura il cuore. Ma mi era insopportabile pensare a tutte queste persone coinvolte in una guerra, nella quale […]
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Pier Paolo Pasolini: che senso ha scrivere?
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[youtube zYm_BQdq2Gs 300 200]”Scrivere è una cosa completamente priva di senso. Scrivo per inerzia, perché ho sempre scritto.” Ecco le parole di Pasolini sul senso della scrittura. Mi ricorda la poesia di Franco Fortini “Traducendo Brecht”, che posterò domani.
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Si e’ spento oggi un grande poeta del Novecento: Andrea Zanzotto
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Sabato scorso avevamo deciso con Pilade di andare a trovare Andrea Zanzotto, nella sua città natale e dove abitava tuttora. Ho stampato come promemoria la gmaps, indicando come partenza Valdagno e destinazione Pieve di Soligo. E’ da giorni che penso ad Andrea Zanzotto, il poeta che mi è stato più vicino negli anni dell’università.
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Andrea Zanzotto: I versi nati dall’indignazione
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[youtube 2NiyoCZwk4c 300 200] Il grande poeta veneto, che ha festeggiato qualche giorno fa i suoi 90 anni, mostra come ribaltare una lode al creato scritta dai Metastasio in una critica ironica. In questi tempi, dove spesso leggiamo la parola, indignati, indignados, indignazione…fa piacere ascoltare la voce di un uomo come Andrea Zanzotto, che attraverso la sua poesia continua ad indignarsi.
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Giuseppe Ungaretti: Fratelli
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Giuseppe Ungaretti legge la sua poesia “Fratelli” scritta al fronte durante la Prima Guerra Mondiale, e si scaglia contro tutte le guerre e le forme vecchie e nuove di imperialismo. Quando ascolto Ungaretti mi commuovo. Tutti dovremmo amarlo, conoscerlo…forse saremmo tutti un pò più umani.
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L’Albatros (C. Baudelaire)
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Sovente, per diletto, i marinai catturano degli albatri, grandi uccelli marini che seguono, indolenti compagni di viaggio, il bastimento scivolante sopra gli abissi amari. Appena li hanno deposti sulle tavole, questi re dell’azzurro, goffi e vergognosi, miseramente trascinano ai loro fianchi le grandi, candide ali, quasi fossero remi.
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