Le poesie sono più belle quando non sono tradotte. Come diceva Franco Fortini “tradurre è tradire”. Ma quando non si conosce la lingua del testo, allora la traduzione ci può aiutare ad assaporarlo in parte.
Di seguito i versi del poeta russo contemporaneo Dmitri Aleksandrovic Prigov, una personalità affascinante per molti aspetti, eclettica, capace si spaziare dalle arti figurative a quella letteraria. Un dissidente, in apparenza folle, che è stato anche internato per questo motivo in una clinica psichiatrica.
Ecco come Prigov parla della libertà, con questa sua “Riflessione banale sul tema della libertà”, per me geniale nella sua ironia e semplicità, ma anche nella sua profonda realtà:
“Non fai in tempo a fare i piatti
Toh: una nuova pila svetta
non c’è verso d’esser liberi
È già tanto se si invecchia
Certo, puoi anche non lavare
poi però la gente fa:
C’hai i piatti da lavare –
dove sta la libertà?”