L’acqua ha come un legame con il soprannaturale…per essere buona deve essere pura.
E questo l’hanno capito in particolar modo i greci di oggi. Infatti mentre in greco antico acqua si dice “ύδωρ” in neogreco si dice “νερό”. E come mai questo? E’ avvenuto questo per una espressione contenuta nei Vangeli che sono stati scritti in greco, dove vi era scritto “ύδωρ νεaρόs”, cioè acqua viva. Col tempo ύδωρ scomparve e si diede ad acqua il nome νερό, derivante appunto dall’aggettivo νέαρος. Se andate in Grecia oggi, ormai, il termine “νερό” è esteso per acqua in generale.
Ma questo elemento, l’acqua, è stato considerato di primaria importanza anche dai primissimi grandi filosofi greci. Innanzitutto Talete, che ha definito l’acqua “la cosa più bella del mondo”, l’ ἀρχή, l’origine di tutto. Talete più che parlare di acqua, parlava di “elemento umido”. Un altro celebre filoso parla dell’acqua. E’ Eraclito, che guardando le acque del fiume, ne fa metafora dell’esistenza ed esclama: “πάντα ῥεῖ ὡς ποταμός”, ossia tutto scorre come un fiume e si trasforma.
Tutti ne abbiamo bisogno dell’ acqua e per questo sono stati costruiti gli acquedotti, ideai dagli antichi romani. Per molto tempo il fabbisogno di Roma fu soddisfatto dal Tevere, da pozzi, da cisterne e dalle poche sorgenti naturali. Alla fine del IV secolo però Appio Claudio costruì non città il primo acquedotto, un canale sotterraneo che seguiva la pendenza naturale del terreno.
Ma dai romani adesso passiamo in avanti per parlare di Putnam, uno dei più importanti filosofi statunitensi del 900, con la sua teoria causale del riferimento secondo la quale il riferimento dei nostri termini viene determinato per mezzo di descrizioni e immagini. E che c’entra tutto questo con l’acqua? Sì che c’entra perché lui per dar vita e spiegare la sua teoria filosofica fece un esempio parlando del termine acqua. Ammettiamo che ci sia un sosia con il nostro pianeta terra chiamato Terra Gemella. L’unica differenza tra Terra e Terra Gemella è che su Terra Gemella la struttura chimica dell’acqua non è H2O, ma XYZ. La popolazione dei due pianeti pertanto utilizzerà lo stesso termine, la stessa competenza linguistica, lo stesso indicatore sintattico. La differenza però tra le 2 acque ci sarà sempre, e sarà nella loro diversa estensione (H2O e XYZ). Quindi il significato di qualcosa non sta nell’intensione con cui io definisco qualcosa, ma appunto nell’estensione. Questo esempio fatto da Putnam darà il via ad una serie di discorsi filosofici sulla teorica causale del riferimento.
Ma dell’acqua hanno parlato anche i poeti. Pensiamo a Francesco Petrarca, che inizia una sua poesia scrivendo “Chiare, Fresche e dolci acque”, versi che ci fanno pensare magari ad una pubblicità oggi piuttosto che ad una poesia. Invece in questi versi il poeta riproduce la bellezza della natura, delle rive, del fiume Sorga, sulle quali un giorno ha incontrato la sua amata Laura.
E dalla poesia del Petrarca passiamo a quella che amo di più, quella del ‘900, con Andrea Zanzotto che ha scritto una poesia intitolata “L’Acqua di Dolle” dove l’acqua assume un significato catartico, purificatore. Non a caso l’amore umano è puro come l’acqua di una gigantesca cisterna, limpidissima, fresca, ma con tanti detriti sul fondo.
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