Tag: frasi celebri

  • Stella

    Stella

    Chi non ha mai disegnato su un foglio di carta una stella? è uno dei primi disegni che facciamo da bambini. Le stelle riescono a suscitare sempre curiosità e sensazioni strane. Ecco qualche nozione base: sono corpi celesti che brillano di luce propria, sono composte da due gas (H+ ed He), possono essere rosse, gialle oppure azzurre, a seconda della temperatura a cui si trovano (mentre a noi da lontanosembrano tutte dello stesso colore).

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  • Se questo è un uomo – Primo Levi

    Se questo è un uomo – Primo Levi

    [fblike] Voi che vivete sicuri nelle vostre tiepide case, voi che trovate tornando a sera il cibo caldo e visi amici: Considerate se questo è un uomo che lavora nel fango che non conosce pace che lotta per mezzo pane che muore per un si o per un no. Considerate se questa è una donna, senza capelli e senza nome senza più forza di ricordare vuoti gli occhi e freddo il grembo come una rana d’inverno. Meditate che questo è stato: vi comando queste parole. Scolpitele nel vostro cuore stando in casa andando per via, coricandovi, alzandovi. Ripetetele ai vostri figli. O vi si sfaccia la casa, la malattia vi impedisca, i vostri nati torcano il viso da voi. [adsense id=”3637220125174754″ slot=”4668915978″ width=”480″ height=”60″]

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  • Mamma

    Mamma

    Il 12 maggio è la festa della mamma. Una parola importante nella vita di ciascuno di noi. E’ così importante che un po’ in ogni parte del mondo, in date diverse, si festeggia la festa della mamma. Dal punto di vista etimologico “mamma” è una parola onomatopeica, che deriva dalla riproduzione del suono/sillaba che emette il bambino quando inizia a parlare.

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  • Parola

    Parola

    Ieri mi è accaduta una cosa che mi ha fatto soffermare sulla parola “parola”. Il dizionario dice che “la parola è un suono o un insieme di suoni che messi secondo una particolare convenzione esprimono un significato”. Dal punto di vista etimologico “parola” deriva dal verbo greco “para ballo”, che vuol dire “giro intorno a qualcosa”. In semiotica De Saussure fa una distinzione tra “lingua” e “parola”. La lingua è “un fatto sociale”, un mezzo inventato dall’uomo per comunicare, mentre la parola “è un atto che dipende dalla nostra singola intelligenza”.

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  • Cosa vuol dire la parola Follia?

    Cosa vuol dire la parola Follia?

    Il mio pensiero oggi è rivolto alla parola Follia. Follia deriva dal latino “follis” che vuol dire “pallone”. Col tempo nell’evoluzione della lingua latina “follis”, viene sostituito da “fatuus”, per intendere metaforicamente una “persona che ha la testa vuota”. Quindi il significato letterale di folle è “colui che ha perso la ragione”. Questo per quanto riguarda il suo significato etimologico. Ma c’è stato qualcuno che ha scritto addirittura un “Elogio della Follia”. E’ stato Erasmo da Rotterdam intorno al 1500.

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  • Libertà (G.Gaber,1972)

    Libertà (G.Gaber,1972)

    Come cantava Gaber “libertà è partecipazione”. Significa essere parte attiva nella vita propria e in quella della collettività. “Vorrei essere libero, libero come un uomo. Vorrei essere libero come un uomo. Come un uomo appena nato che ha di fronte solamente la natura e cammina dentro un bosco con la gioia di inseguire un’avventura, sempre libero e vitale, fa l’amore come fosse un animale, incosciente come un uomo compiaciuto della propria libertà. La libertà non è star sopra un albero, non è neanche il volo di un moscone, la libertà non è uno spazio libero, libertà è partecipazione. Vorrei essere libero, libero come un uomo. Come un uomo che ha bisogno di spaziare con la propria fantasia e che trova questo spazio solamente nella sua democrazia, che ha il diritto di votare e che passa la sua vita a delegare e nel farsi comandare ha trovato la sua nuova libertà. La libertà non è star sopra un albero, non è neanche avere un’opinione, la libertà non è uno spazio libero, libertà è partecipazione. La libertà non è star sopra un albero, non è neanche il volo di un moscone, la libertà non è uno spazio libero, libertà è partecipazione. Vorrei […]

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  • Colomba

    Colomba

    Nel periodo di Pasqua ne sentiamo tanto parlare per 2 motivi: il dolce tipico che si mangia il giorno della festa e l’uccello simbolo della purezza/pace. La parola colomba deriva dal latino “columba”, che a sua volta deriva dal greco “kólumbos” che significa “di color grigio). I romani usavano la parola columbae per indicare appunto questo uccello in generale, mentre per indicare in particolare le colombe selvatiche usavano il termine “palumbes”, che deriva dalla radice “palleo” e vuol dire “pallido”, “scolorito”. Trovo molto carina la favola di Esopo dal titolo “La Formica e la Colomba”: Una formica assetata era scesa in una fontana e, trascinata dalla corrente, stava per affogare. Se ne accorse una colomba e, strappato un ramoscello da un albero, lo gettò nell’acqua. La formica vi salì sopra e riuscì a salvarsi. Poco dopo, un cacciatore con canne si avanzò per catturare la colomba. La formica lo vide e diede un morso al piede dell cacciatore, che, nell’impeto del dolore, gettò le canne, facendo così fuggire immediatamente la colomba. La favola mostra che bisogna ricambiare i benefattori Giuseppe Ungaretti ha scritto proprio una poesia intitolata “Colomba”. E’ brevissima, dallo stile tipico di Ungaretti ermeneutico: “D’altri diluvi una colomba […]

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  • LOVE IS REQUIRED – ELISA

    [youtube 6nGqSKT3O6k 300 200] E così il giorno è finalmente arrivato Ho fatto i conti con il mio passato Sono felice di andare avanti Persa in un tempo senza ritorno Lascio che l’inverno congeli la mia giovinezza Ma io ho finito, sta andando avanti Guardare indietro ti può aiutare Ma mi chiedo se questo é vero non vorrei dover rischiare

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  • La Prima Regola

    La Prima Regola

    Non calpestare i fiori. Proteggi i tuoi sogni e semina il Domani. Il Passato è Ieri e l’Importante è Adesso. Non usare l’arroganza per affermarti. Non usare il sorriso per ferire.

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  • Sabbia

    Sabbia

    Camminare sulla sabbia, in riva al mare, magari quando non c’è nessuno intorno, ascoltando il verso degli uccelli insieme a quello delle onde, è un’esperienza splendida. La sabbia mi intriga…

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  • Conchiglia

    Conchiglia

    Avete mai provato a raccogliere una conchiglia di mare, metterla vicino all’orecchio e poi ascoltare l’eco delle onde marine? E’ una cosa che mi affascinava da piccola, mi sembrava una magia. Intorno al 1.100 molti fedeli cristiani iniziarono a fare dei pellegrinaggi, diretti alla TerraSanta o a Santiago de Compostela. Erano pellegrinaggi faticosi, che potevano durare anche tanto. Alla fine del viaggio il pellegrino ritornava a casa con un oggetto del luogo che era andato a visitare…e tra questi oggetti andavano molto in voga le conchiglie di Santiago de Compostela.

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  • Andrea Zanzotto: I versi nati dall’indignazione

    [youtube 2NiyoCZwk4c 300 200] Il grande poeta veneto, che ha festeggiato qualche giorno fa i suoi 90 anni, mostra come ribaltare una lode al creato scritta dai Metastasio in una critica ironica. In questi tempi, dove spesso leggiamo la parola, indignati, indignados, indignazione…fa piacere ascoltare la voce di un uomo come Andrea Zanzotto, che attraverso la sua poesia continua ad indignarsi.

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  • Giocattolo

    Bambole, macchine, videogiochi … giocattoli insomma. Da piccola i miei giocattoli preferiti erano dei mattoncini, molto simili ai Lego Duplo, con cui costruivo casette colorate e inventavo il mio mondo. Poi mi piaceva tantissimo lo Scarabeo, dove vinceva chi riusciva a formare la parola più lunga che contenesse però almeno una lettera della parola formata dall’avversario. I bambini quando sono piccoli vedono un pò tutto come un giocattolo: tenere un mandarino in mano, guardare l’arcobaleno, vedere una pianta sul balcone. La fantasia dei bambini riesce a trasfigurare, ad abbellire anche l’oggetto più scontato. E questo l’ha capito l’artista John Chamberlain, con le sue opere un pò particolari: in pratica le sue sculture sono realizzate con le carcasse di automobili schiantate. Proprio John Chamberlain ha fatto un’opera intitolata “giocattolo”, un insieme di ferraglie gialle, rosse, marroni, che si contorcono tra loro e sembrano riprodurre le violenze dell’incidente che ha ridotto le vetture in giocattoli. Il poeta siciliano Mario Gori ha scritto invece una poesia intitolata Giocattoli: “La mia infanzia passò senza giocattoli, Nessuno mi donò treni di latta Per la festa dei morti. Mio nonno restò povero anche in cielo E non poté mai scendere. Nessuno Volle in cambio del cuore […]

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  • Mondo

    Mondo

    Ieri sono andata all’Ikea per cercare una mappa del mondo da appendere in camera. E così, guardando la cartina, mi sono soffermata sulla parola mondo. La prima poesia che mi viene in mente è quella di Andrea Zanzotto, poeta veneto che abita in provincia di Treviso, che ha scritto una poesia intitolata “Al Mondo”,

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  • Erba

    Erba

    [fblike]Chi di noi non ha mai disegnato un prato d’erba verde su un foglio di carta? E’ una delle prime immagini che si riproducono, quando s’impara a disegnare. Di erba nelle città, purtroppo, se ne incontra sempre meno e quando la vediamo sembra uno spiraglio d’ossigeno destinato a rinvigorire la nostra anima inquinata dallo stress quotidiano. E ci sono tanti tipi di erba, che ci fanno pensare a cose diverse. Un morbido prato d’erba = ossigeno e quiete; le utilissime erbe officinali = curata per la salute e la bellezza della persona; erba proibita = foglie di marijuana, che in Italia sono vietate; erbe aromatiche = profumate foglie di salvia o rosmarino; mala erba = erbaccia infestante che, non riveste alcuna funzione utile per l’uomo e danneggia le coltivazioni. Ma adesso tuffiamoci nella poesia, e iniziamo con “Foglie d’erba”, la grande raccolta poetica di Walt Whitman, nella quale l’autore raggiunge un profondo misticismo sia quando canta l’amore, sia quando descrive figure d’operai e cocchieri nelle notti d’inverno. Tutta la poesia di Whitman affonda le sue radici in quel pianeta americano, da cui ogni singola foglia d’erba trae energia vitale. Passando alla poesia italiana, invece, parliamo di D’Annunzio, che nella sua […]

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  • Virtù

    “Sola e unica nobiltà è la Virtù!”. Sembrerebbe un proverbio, ma in realtà è una frase contenuta in una delle satire di protesta contro la società romana scritta da Giovenale, intorno al 110 d.c. Virtù. Uno dei primi a parlarne è stato Platone, che ha parlato di virtù cardinali: giustizia, temperanza, prudenza e fortezza.

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  • Fiore

    Fiore

    “I fiori del male” di Baudelaire. E’ la mia raccolta poetica preferita. Ricordo di averli letti per la prima volta a 16 anni e fu amore a prima lettura. E’ un titolo che ad alcuni può sconvolgere, essendo abituati a considerare la parola fiore simbolo di purezza e candore.

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  • Gabbiano

    Gabbiano

    Ieri ho visto un gabbiano che volava e mi è venuta in mente questa parola. I gabbiani sono uccelli acquatici, con lunghe ali aguzze, collo corto, coda di larghezza media e livrea di un delicato grigio perla. La parola gabbiano deriva dal latino “gavia” che vuol dire “uccello marino”. A sua volta “gavia” è un termine onomatopeico, che riproduce un pò il verso reale che questi uccelli sembrano pronunciare con il loro canto acuto.

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  • Notte

    Notte

    “La notte lava la mente”. E’ così che il poeta contemporaneo Mario Luzi ha intitolato una sua poesia. E se ci pensiamo questa frase è un pò vera. Infatti quando è notte le stelle brillano, il silenzio domina, ci sentiamo come purificati dal caos che respiriamo di giorno. Al filosofo Novalis piaceva così tanto la notte, che addirittura ha scritto “Gli Inni alla notte”, affascinato dal mistero che questa porta in sé. In effetti la notte porta in sé qualcosa di magico, non a caso le favole arabe “Le mille e una notte” sono ambientate non di giorno, ma proprio in una notte d’oriente.

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  • Acqua

    Acqua

    L’acqua ha come un legame con il soprannaturale…per essere buona deve essere pura. E questo l’hanno capito in particolar modo i greci di oggi. Infatti mentre in greco antico acqua si dice “ύδωρ” in neogreco si dice “νερό”. E come mai questo? E’ avvenuto questo per una espressione contenuta nei Vangeli che sono stati scritti in greco, dove vi era scritto “ύδωρ νεaρόs”, cioè acqua viva. Col tempo ύδωρ scomparve e si diede ad acqua il nome νερό, derivante appunto dall’aggettivo νέαρος. Se andate in Grecia oggi, ormai, il termine “νερό” è esteso per acqua in generale.

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