Natale: regali, panettoni, sofferenza, povertร , volontariato, beneficenza, albero, presepe o indifferenza, ma comunque sia nascita.
Sรฌ, perchรฉ la parola Natale deriva dal verbo latino “nascere” e in effetti tutti, credenti o meno, sappiamo che il Natale ricorda una “nascita famosa”, appunto quella di Gesรน Bambino.
Io penso che il Natale abbia qualcosa di miracoloso in sรจ e quasi di epocale nell’arco dell’anno, ma non per l’aspetto religioso e coreografico di luci colorate e addobbi vari, ma per il fatto che almeno in quei giorni si pensa, quasi si รจ richiamati a pensare, ad una cosa che ormai siamo abituati a rimuovere: l’esistenza della famiglia e degli affetti piu’ intimi.
Non a caso si dice: “Natale con i tuoi e Pasqua con chi vuoi“.
Il Natale รจ una festa che ci fa fermare inevitabilmente, facendoci entrare in una dimensione, da cui sappiamo usciremo con l’avvento dell’Epifania, e con la ripresa del tram tram quotidiano.
Ma non importa. L’importante รจ aprire almeno una parentesi, staccare ed entrare in questa dimensione. Si pensa al pranzo in famiglia, si pensa ai regalini, si sta un po’ di tempo dentro casa, ci si scambiano gli auguri.
E a volte si pensa anche a chi ha meno di noi.
Quando penso al Natale, mi viene sempre in mente una poesia di Ungaretti che studiai alle scuole medie. Il poeta l’ha scritta a Napoli, il 26 dicembre 1916, nel mezzo della prima guerra mondiale. Quando la leggo, mi sembra di sentirla pronunciare dalla voce roca e ed incisiva di Ungaretti, che riesce a scolpire le sue parole nel cuore di chi le ascolta:
Natale
Non ho voglia
di tuffarmi
in un gomitolo
di strade
Ho tanta
stanchezza
sulle spalle
Lasciatemi cosรฌ
come una
cosa
posata
in un
angolo
e dimenticata
Qui
non si sente
altro
che il caldo buono
Sto
con le quattro
capriole
di fumo
del focolare”
Quel giorno di Natale, passato da Ungaretti, รจ molto diverso dal Natale tipico delle media borghesia che immaginiamo con tanto di tavola ben imbandita e invitati…
Ma voglio concludere con Umberto Saba, grande poeta di origine e fede ebraica, che si avvicinรฒ intorno ai 60 anni alla fede cattolica. Saba scrive questa poesia che in sรจ ha la semplicitร di un bambino, ma reca una grande profonditร , che non puรฒ non far amare il Natale.
A Gesรน Bambino
“La notte รจ scesa
e brilla la cometa
che ha segnato il cammino.
Sono davanti a Te, Santo Bambino!
Tu, Re dellโuniverso,
ci hai insegnato
che tutte le creature sono uguali,
che le distingue solo la bontร ,
tesoro immenso,
dato al povero e al ricco.
Gesรน, faโ chโio sia buono,
che in cuore non abbia che dolcezza.
Faโ che il tuo dono
sโaccresca in me ogni giorno
e intorno lo diffonda,
nel Tuo nome.”